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Pittura italiana – La pittura geometrica contemporanea italiana

Mazzacana Gallery torna a esporre nelle sale di Spazio Bedeschi in occasione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, e di ArtVerona. La mostra collettiva, dal titolo Pittura italiana: La pittura geometrica contemporanea italiana, a cura di Simone Azzoni, vedrà la presenza di una selezione di dipinti realizzati dagli artisti Vittorio Asteriti, Daniele Bacci, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Vincenzo Frattini e Rolando Tessadri.

L’inaugurazione della mostra è fissata a sabato 12 ottobre alle ore 17:00 nelle sale espositive di Spazio Bedeschi, “uno studio d’artista che ospita l’arte”, in via del Bersagliere 8E (Verona) e sarà visitabile fino al 9 novembre dal martedì alla domenica, dalle 15:00 alle 19:00.

Il catalogo della mostra è disponibile per la consultazione.

Prosegue con questo dialogo espositivo la ricerca di una pittura che, nel paradigma del contemporaneo, coniughi gli attraversamenti metodologici sulla coabitazione di spazio, luce, progetto. Qui dunque il formalismo estremo sfiora l’astrazione e il concettualismo investiga i perimetri della pittura aniconica, cercando di svincolarsi tanto dalla canonica bidimensionalità, quanto dal rigore dell’ortogonalità.

I lavori esposti portano ognuno nella direzione di un contemporaneo libero da nostalgie e passatismi. Questa ci sembra la chiave di lettura di un progetto che traccia una mappa italiana, un portolano tra artisti e luoghi in cui la pittura coniuga il rigore assoluto delle forme con freschezza istintuale. Un fil rouge che s’impone come tema di dibattito oltre la tela.

Un bipolarismo estetico storico tra figura e pensiero, atto e conoscenza.

Da una parte la pittura cerca la luce, si fa luce. Oltre la materia, ma senza rinunciarvi per essere elettronica o digitale. La tessitura geometrica di cromie iridescenti si aggrappano al supporto e ai suoi confini. Le superfici astratte e vibranti creano un unico linguaggio pittorico che declina mutazioni continue.

Dall’altra il formalismo quasi estremo, riesce ad essere sintesi della edificio architettonico dello spazio ospitante. Strutture sfilacciate, atmosferiche precedono o seguono gli sviluppi rettilinei, adamantini della pittura. E tutto sta insieme. La forma del vuoto convive con la dialettica dei pieni. Il dettaglio della resa linguistica, la genesi di forme e disposizioni, si perde nell’emotività del colore. La razionalità dell’astrazione oggettiva si fa interpretazione del confine, dell’orizzonte: quello della cornice, quello dello spazio. Un nuovo paradigma del contemporaneo.

Simone Azzoni, curatore della mostra.

Per maggiori informazioni: mazzacanagallery@gmail.com

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Lorenzo Taini – Wallpapers for your phone #10

Mazzacana Gallery è lieta di presentare le dieci opere d’arte digitale realizzate da Lorenzo Taini per la mostra Wallpapers for your phone #10, a cura di Piero Chiariello. I lavori dell’artista saranno esposti in galleria per la visione al pubblico e fruibili in via digitale – e download gratuito – a partire delle ore 18:30 di domenica 24 marzo 2024 e fino al termine della rassegna, il 28 aprile.

Alcune frasi, alcune parole tratte da un’intervista telefonica descrivono il lavoro di Taini: sono fuori di testa, sono matto… incaponirsi… non tanto la carriera ma arte come nutrimento. Mi appaga e mi fa sentire fortunato. Una necessità… dei mandala, gesti semplici ripetuti. Necessità di astrarsi. Superfici, trame, superfici in cui perdersi, finestre su altri mondi… sono quadri in senso tradizionale. La pittura non si spiega ma si dispiega. Ricerca della perfezione… della pulizia… ci sono errori però non errori, anomalie… lo zig zag è uno stupore, un decoro che esiste da sempre, ritmo regolare per trasformare la base, un motivo per aggiungere complessità a una semplicità, universale.

Piero Chiariello, curatore della mostra.
Lorenzo Taini, Arancio, 2018, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, BigBabol, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Green Elizabeth, 2016, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Green punishment, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Il ritmo di Caterina, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Punizione arancio, 2016, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Red portion, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Senza titolo, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, White punishment, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Zygmunt Giambu, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery

Lorenzo Taini – Biografia

Lorenzo Taini è nato a Sassocorvaro, in provincia di Urbino, nel 1977.
Dopo il Liceo Artistico ha studiato all’Accademia di Brera di Milano, iscritto al corso di Comunicazione e Didattica dell’Arte Contemporanea. Insegna Arte e Immagine alla Secondaria di Primo Grado.
Ha pubblicato testi su cataloghi e riviste in qualità di autore, il suo lavoro è stato esposto al Museo della Permanente di Milano, al Palazzo Ducale di Genova, Al Padiglione Torino della Biennale di Venezia.
Collabora con gallerie in Italia e all’estero. Hanno scritto del suo lavoro e curato sue mostre Giovanni Maria Accame, Alberto Rigoni, Alberto Mugnaini, Grazia Varisco, Riccardo Zelatore, Matteo Galbiati.
Vive e lavora a Milano.

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Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi – Mostra Collettiva

Mazzacana Gallery, in occasione della diciannovesima Giornata del Contemporaneo, è lieta di collaborare con Spazio Bedeschi e di presentare la mostra collettiva degli artisti Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi, a cura di Simone Azzoni.

L’inaugurazione della mostra collettiva si terrà sabato 7 ottobre alle ore 17:00 nelle sale espositive di Spazio Bedeschi, “uno studio d’artista che ospita l’arte”, in via del Bersagliere 8E (Verona) e sarà visitabile fino al 15 ottobre, dalle ore 15:00 alle 19:00.

Di seguito, un estratto dal catalogo della mostra:

Cinque cognomi, parole metonimiche. Parole prive di corpo, tutto e niente. Diverse realtà possibili convivono: il progetto, l’intenzione modulare, la forma inespressa del pensiero, il solo colore, il colore solo.

Stephen Kaltenbach negava lo statuto dell’opera affermandone solo l’involucro. Art Work erano le sue indicazioni per disfarsi del contenuto all’apertura del contenitore. E poi Hanne Darboven che indicizzava tempo ed esperienze traducendoli in numeri, cifre, formule. E ancora On Kawara che trasformava i luoghi in segni comunicativi, cartoline di una narrazione temporale ossessiva. Ma la stagione del concettuale ci ha anche raccontato la tautologia della parola in Boetti e in Kosuth che illuminava le definizioni per farne sentenze tautologiche. Le strisce cromatiche di Daniel Buren ricavando il ritmo dal contesto, riportavano lo sguardo sull’ambiente in cui le opere stavano con geometrico rigore. La natura dell’immagine come archetipo di Zbigniew Rybczyński faceva eco all’atomismo iconografico di Chuck Close che scomponeva e ricomponeva come oggi Joan Foncuberta.

Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello e Meri Tancredi sembrano essere i pendoli di quell’esperienza che oscilla tra la nostalgia del dire e la sua impossibilità. Le tracce dell’assenza di un Mel Bochner sono le vestigia materiali e virtuali di Meri Tancredi che metabolizza il tempo vissuto in un tempo dai residui performativi.

Non tutte le idee hanno bisogno di concretarsi fisicamente. Il discorso, il testo, sostituisce l’oggetto, l’opera. La parola luminosa e illuminata di Manuela Bedeschi è solo una variante formale delle possibilità che l’idea può assumere quando si fa retorica ed enunciato puro. L’opera non può stare nella convenzione, entro un ingombro, una dimensione, una misura, un peso. Ne sente la sofferenza anche quando il colore di Tiziano Bellomi ci rimanda alla pittura come atto, gesto, materia. Le strisce di colore sono ritmo, massa, verticalità o orizzontalità, vibrano per
gli accostamenti di Vittorio Asteriti che con l’apparente oggettività delle cromie, genera spazi comunicanti tra anima e mondo.

Solo le idee possono occupare uno spazio, generare valori formali, fisici della materia. L’opera si costruisce in assenza di certezza formale. Si pone prima della sua origine o nel suo disfacimento per eccessiva prossimità. I pixel di Piero Chiariello ricompongono l’unità perduta tra grafico e iconografico, riportandoci alla struttura geometrica a cui Jan Dibbets riportò il caos del morbido, del difforme naturale.


Così questa esperienza del “cognome” per non nominare le cose, mostra la vastità irriconducibile di ogni discorso sull’arte. L’ immagine abituale è pellicola sottile, uno strato di pensiero che riveste la realtà. La bellezza è potenza in-espressa dell’idea. Un’idea si può visualizzare, ma solo in noi.

Simone Azzoni, curatore della mostra.