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Lorenzo Taini – Wallpapers for your phone #10

Mazzacana Gallery è lieta di presentare le dieci opere d’arte digitale realizzate da Lorenzo Taini per la mostra Wallpapers for your phone #10, a cura di Piero Chiariello. I lavori dell’artista saranno esposti in galleria per la visione al pubblico e fruibili in via digitale – e download gratuito – a partire delle ore 18:30 di domenica 24 marzo 2024 e fino al termine della rassegna, il 28 aprile.

Alcune frasi, alcune parole tratte da un’intervista telefonica descrivono il lavoro di Taini: sono fuori di testa, sono matto… incaponirsi… non tanto la carriera ma arte come nutrimento. Mi appaga e mi fa sentire fortunato. Una necessità… dei mandala, gesti semplici ripetuti. Necessità di astrarsi. Superfici, trame, superfici in cui perdersi, finestre su altri mondi… sono quadri in senso tradizionale. La pittura non si spiega ma si dispiega. Ricerca della perfezione… della pulizia… ci sono errori però non errori, anomalie… lo zig zag è uno stupore, un decoro che esiste da sempre, ritmo regolare per trasformare la base, un motivo per aggiungere complessità a una semplicità, universale.

Piero Chiariello, curatore della mostra.
Lorenzo Taini, Arancio, 2018, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, BigBabol, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Green Elizabeth, 2016, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Green punishment, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Il ritmo di Caterina, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Punizione arancio, 2016, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Red portion, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Senza titolo, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, White punishment, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery
Lorenzo Taini, Zygmunt Giambu, 2017, immagine digitale (.jpg), 1080 x 1920 px, Mazzacana Gallery

Lorenzo Taini – Biografia

Lorenzo Taini è nato a Sassocorvaro, in provincia di Urbino, nel 1977.
Dopo il Liceo Artistico ha studiato all’Accademia di Brera di Milano, iscritto al corso di Comunicazione e Didattica dell’Arte Contemporanea. Insegna Arte e Immagine alla Secondaria di Primo Grado.
Ha pubblicato testi su cataloghi e riviste in qualità di autore, il suo lavoro è stato esposto al Museo della Permanente di Milano, al Palazzo Ducale di Genova, Al Padiglione Torino della Biennale di Venezia.
Collabora con gallerie in Italia e all’estero. Hanno scritto del suo lavoro e curato sue mostre Giovanni Maria Accame, Alberto Rigoni, Alberto Mugnaini, Grazia Varisco, Riccardo Zelatore, Matteo Galbiati.
Vive e lavora a Milano.

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Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi – Mostra Collettiva

Mazzacana Gallery, in occasione della diciannovesima Giornata del Contemporaneo, è lieta di collaborare con Spazio Bedeschi e di presentare la mostra collettiva degli artisti Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi, a cura di Simone Azzoni.

L’inaugurazione della mostra collettiva si terrà sabato 7 ottobre alle ore 17:00 nelle sale espositive di Spazio Bedeschi, “uno studio d’artista che ospita l’arte”, in via del Bersagliere 8E (Verona) e sarà visitabile fino al 15 ottobre, dalle ore 15:00 alle 19:00.

Di seguito, un estratto dal catalogo della mostra:

Cinque cognomi, parole metonimiche. Parole prive di corpo, tutto e niente. Diverse realtà possibili convivono: il progetto, l’intenzione modulare, la forma inespressa del pensiero, il solo colore, il colore solo.

Stephen Kaltenbach negava lo statuto dell’opera affermandone solo l’involucro. Art Work erano le sue indicazioni per disfarsi del contenuto all’apertura del contenitore. E poi Hanne Darboven che indicizzava tempo ed esperienze traducendoli in numeri, cifre, formule. E ancora On Kawara che trasformava i luoghi in segni comunicativi, cartoline di una narrazione temporale ossessiva. Ma la stagione del concettuale ci ha anche raccontato la tautologia della parola in Boetti e in Kosuth che illuminava le definizioni per farne sentenze tautologiche. Le strisce cromatiche di Daniel Buren ricavando il ritmo dal contesto, riportavano lo sguardo sull’ambiente in cui le opere stavano con geometrico rigore. La natura dell’immagine come archetipo di Zbigniew Rybczyński faceva eco all’atomismo iconografico di Chuck Close che scomponeva e ricomponeva come oggi Joan Foncuberta.

Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello e Meri Tancredi sembrano essere i pendoli di quell’esperienza che oscilla tra la nostalgia del dire e la sua impossibilità. Le tracce dell’assenza di un Mel Bochner sono le vestigia materiali e virtuali di Meri Tancredi che metabolizza il tempo vissuto in un tempo dai residui performativi.

Non tutte le idee hanno bisogno di concretarsi fisicamente. Il discorso, il testo, sostituisce l’oggetto, l’opera. La parola luminosa e illuminata di Manuela Bedeschi è solo una variante formale delle possibilità che l’idea può assumere quando si fa retorica ed enunciato puro. L’opera non può stare nella convenzione, entro un ingombro, una dimensione, una misura, un peso. Ne sente la sofferenza anche quando il colore di Tiziano Bellomi ci rimanda alla pittura come atto, gesto, materia. Le strisce di colore sono ritmo, massa, verticalità o orizzontalità, vibrano per
gli accostamenti di Vittorio Asteriti che con l’apparente oggettività delle cromie, genera spazi comunicanti tra anima e mondo.

Solo le idee possono occupare uno spazio, generare valori formali, fisici della materia. L’opera si costruisce in assenza di certezza formale. Si pone prima della sua origine o nel suo disfacimento per eccessiva prossimità. I pixel di Piero Chiariello ricompongono l’unità perduta tra grafico e iconografico, riportandoci alla struttura geometrica a cui Jan Dibbets riportò il caos del morbido, del difforme naturale.


Così questa esperienza del “cognome” per non nominare le cose, mostra la vastità irriconducibile di ogni discorso sull’arte. L’ immagine abituale è pellicola sottile, uno strato di pensiero che riveste la realtà. La bellezza è potenza in-espressa dell’idea. Un’idea si può visualizzare, ma solo in noi.

Simone Azzoni, curatore della mostra.
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…Cose in comune – Mostra collettiva

Cose in comune Mazzacana Gallery

Le porte di Mazzacana Gallery si riaprono per ospitare la mostra “…Cose in comune“, a cura di Lisangela Perigozzo.

A partire da sabato 8 ottobre 2022, in concomitanza con la diciottesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), la galleria torna con piacere a ospitare un evento in presenza ed espone nella collettiva “…Cose in comune” i lavori di sei artisti: Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Marco Ferri e Dino Izzo.

Tra gli artisti in mostra, legati da un trait d’union alla visione espositiva della galleria, si nota la prima volta di Vittorio Asteriti a Mazzacana Gallery, mentre gli altri sono stati protagonisti di rassegne personali ospitate in passato.

La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 18:00, con ingresso libero e gratuito, fino alla data di conclusione della rassegna, fissata per il 5 novembre 2022.

Inaugurazione: sabato 8 ottobre 2022, dalle ore 15:30 (rinfresco alle ore 19:30) alle 23:00.

Evento in occasione della diciottesima Giornata del Contemporaneo AMACI.

Per maggiori informazioni: mazzacanagallery@gmail.com.


In occasione della diciottesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, Mazzacana Gallery presenta …Cose in comune, una mostra dedicata alla valorizzazione dei tratti che accomunano la ricerca degli artisti presenti, in termini di visione estetica e di processo creativo. Gli autori condividono l’utilizzo preminente dell’elemento cromatico su quello figurativo, disposto in sezioni ben definite. Talvolta la stesura del colore si riduce a linea, come nei lavori di Vittorio Asteriti, densi fondali variopinti in cui i tratti dei markers colmano l’intera superficie cartacea. Similmente, Dino Izzo riveste il supporto con fitti segni grafici monocromi distribuiti per fasce di intensità tonale variabile, dove la parola si incarna nel colore.

Nelle opere di Tiziano Bellomi il gesto pittorico è sintetizzato in pennellate uniformi di orientamento verticale, tracce cromatiche di paesaggi esistenti ricavate dalla destrutturazione dell’immagine digitale nelle sue unità minime (pixels). L’impiego delle nuove tecnologie di elaborazione grafica contraddistingue l’indagine artistica di Piero Chiariello, che parte dalla fotografia (digitale) per creare nuovi scenari visivi in cui la rappresentazione del dato reale si sfalda allo stesso modo della percezione dello stesso.

L’astrazione del colore raggiunge la sua massima espressione nelle raffinate composizioni di Manuela Bedeschi, che tramite l’accostamento deciso per color blocks dà consistenza ai sottili fogli di velina, mentre la solida e materica applicazione dei pigmenti in determinate porzioni dello spazio pittorico eleva le creazioni di Marco Ferri a linguaggio simbolico.

Lisangela Perigozzo, curatrice della mostra.


Biografie degli artisti

Vittorio Asteriti (Crotone, 1984) vive e lavora a Roma. Diplomato presso l’Istituto professionale per la Grafica e la Pubblicità di Crotone, successivamente ha frequentato il Dipartimento Arti, Musica e Spettacolo dell’Università della Calabria. L’artista ha partecipato a diverse mostre collettive in Italia e all’estero, inoltre ha presentato una mostra personale al MACK (Museo d’Arte Contemporanea di Crotone) nel 2016. Dal 2019, cinquanta sue opere fanno parte della collezione privata del Four Seasons Hotel di Londra.

Manuela Bedeschi vive e lavora tra Verona e Bagnolo di Lonigo (Vicenza). Ha conseguito il diploma in Scultura e Pittura all’Accademia di Belle Arti “G.B. Cignaroli” di Verona. In seguito, ha frequentato il corso di Arte Concettuale all’Accademia Estiva di Salisburgo – con Roman Opalka e Gunter Ueker – e quello di Grafica Sperimentale presso il Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Bedeschi opera da lungo tempo nel campo della scultura e della pittura: ha esposto in mostre nazionali e internazionali prediligendo sempre più le installazioni e gli interventi “site specific”.

Tiziano Bellomi (Verona, 1960) vive e lavora a Verona. Ha conseguito il diploma al Liceo Artistico Statale di Verona, alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e, in Discipline Pittoriche, all’Accademia di Belle Arti “G. B. Cignaroli” di Verona. Bellomi utilizza pittura, disegno, fotografia, video, incisione, scultura e installazioni per la sua ricerca artistica. Ha preso parte a esposizioni personali e collettive in musei e gallerie in Italia e all’estero.

Piero Chiariello nasce nel 1972 a Torre del Greco (NA) dove tuttora vive e lavora. Dopo aver studiato Architettura alla “Federico II”, la sua ricerca artistica si è articolata tra pittura, fotografia, musica, video, scultura e installazioni. Ha esposto i suoi lavori in diverse occasioni nazionali e internazionali tra cui mostre al MAXXI e al MACRO di Roma, alla 54° Biennale di Venezia, al progetto internazionale di arte digitale SPAMM e a tre edizioni della Biennale delle arti digitali, in Brasile.

Marco Ferri nasce nel 1968 a Tarquinia dove vive e lavora.

Dino Izzo (Napoli, 1948) vive e lavora a Napoli. Affascinato dai segni e dalla materialità della scrittura, ha sempre riflettuto, con diverse modalità e tecniche, sulla “insufficienza espressiva della parola e l’usura dell’immagine”. Le sue opere derivano dall’interpretazione di segni tracciati velocemente con la grafite e dai titoli attribuiti, i quali diventano come un grande archivio letterario dell’arte. Ha esposto dal 1975 in Italia e dal 1988 anche in città estere tra cui Copenaghen, Göteborg, Berna, Zurigo, Chicago, Tokyo e Los Angeles.